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Parcheggio automatico: ecco a cosa mirano le grandi case automobilistiche



Le manovre di parcheggio possono rappresentare un problema per molti automobilisti italiani. Per agevolarli, sia nella valutazione degli spazi sia nelle manovre di parcheggio, intorno ai primi anni '90 sono stati avviati i primi studi sui sistemi di parcheggio automatici.


Esperimenti che hanno portato, nel 2003, alla prima vettura di serie in grado di entrare nei parcheggi senza l'intervento manuale dell'automobilista sullo sterzo: era la prima generazione della Toyota Prius, che ha avuto il merito di introdurre sul mercato il primo sistema di parcheggio automatico.


Parcheggio automatico: come funziona?


Il parcheggio automatico solitamente si inserisce con un tasto e si gestisce con il display centrale del sistema multimediale integrato nell'auto. Alcune modelli "top di gamma" si attivano anche dall'esterno mediante uno smartphone, o addirittura con le stesse chiavi dell'autovettura.


Elemento indispensabile per il funzionamento del sistema è la presenza sull'autovettura del servosterzo elettrico, che può essere azionato a discrezionalità del guidatore dalla centralina dell'autovettura. Sono anche necessari i sensori a ultrasuoni anteriori, posteriori e sui fianchi della vettura, in corrispondenza del frontale.


Parcheggio automatico: è tutto così semplice?


Per quanto riguarda la manovra vera e propria di parcheggio, quando il guidatore avanza lentamente sulla carreggiata, l'autovettura rileva automaticamente la presenza di spazi adatti per il parcheggio, sia in parallelo sia perpendicolari alla direzione di marcia. Una volta individuato uno spazio idoneo, il sistema guida il conducente nelle manovre di acceleratore, freno e cambio, mentre provvede automaticamente a muovere lo sterzo per inserirsi nel parcheggio.


Occorre precisare che se l'auto è dotata di trasmissione automatica, il sistema può essere in grado di compiere l’operazione in maniera del tutto autonoma, anche se, per motivi di sicurezza, il conducente deve sempre tenere premuto un tasto presente sul volante. Per rendere tutto ancora più sicuro, le immagini della telecamera di retromarcia permettono al guidatore di tenere monitorata tutta l'operazione, consentendo allo stesso di bloccare in qualsiasi momento l'operazione di parcheggio.


Ai dispositivi più efficaci bastano una sessantina di centimetri oltre la lunghezza dell'auto per parcheggiare negli spazi in parallelo; più complesse le manovre in quelli a pettine, tanto che in questi casi alcuni sistemi non funzionano. In generale, comunque, l'operazione "robotizzata" richiede più tempo di quanto serve a un abile conducente: da 30 secondi a un minuto e mezzo.


Parcheggio automatico: quanto costa?



Il sistema di parcheggio automatico può costare da poche centinaia a oltre mille euro, a seconda delle funzionalità del sistema, ma può pure essere anche già incluso nella dotazione di serie dei modelli più accessoriati.


Tra le case automobilistiche che già adottano tale sistema, troviamo ovviamente, in testa la “solita” triade premium tedesca – Audi, BMW, e Mercedes – che offrono questo accessorio praticamente su tutta la gamma già da diverso tempo.


Partendo da Audi, per l'Assistente al parcheggio servono almeno 1.050 euro sulla A3 fino ai 2.550 necessari sulla Q7; per quanto riguarda BMW, invece, il Parking Assistant costa sempre 360 euro, tanto sulla Serie 2 quanto sulla Serie 7, sulla prima però bisogna aggiungere anche i sensori anteriori e posteriori al costo di 770 euro. Infine con riferimento a Mercedes, si può scegliere il Parking Package con telecamera posteriore oppure con quella a 360 gradi, sulla Classe C servono dagli 891 ai 1.647 euro, mentre sulla GLC il prezzo minimo sale a 1.247 euro.


Parcheggio automatico: nel futuro c’è Spotter


Come ben saprai, mission di Spotter è quella di risolvere il problema del parcheggio nelle grandi metropoli sia italiane che europee, grazie al proprio sistema di parking sharing, un metodo semplice e comodo per consentire ai propri utenti di trovare facilmente parcheggio.


Detto ciò, Spotter mira nel vicino futuro di essere integrato all’interno dei sistemi di infotainment delle principali case automobilistiche presenti sul mercato. Ciò garantirebbe, da un lato, un automatizzazione della ricerca del parcheggio e, dall’altro, di rendere il parcheggio veramente automatico.


Grazie a questo metodo, ultra innovativo, l’utente che esce dal parcheggio, segnala automaticamente lo spazio lasciato libero, mentre l’utente che è alla ricerca del parcheggio vede apparire tale informazione sul navigatore dell’auto e con un semplice click viene condotto a tale parcheggio. Geniale non è vero?!


Ora non ci resta che attendere la fine di questa pandemia per ripartire più carichi che prima! Naturalmente noi di Spotter vi terremo aggiornati su tutte le novità in ambito automatizzazione del parcheggio.


Ti ricordiamo che Spotter è disponibile sia per Android che per iOS!

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